Il post Natale: Come digerire l’abbuffata famigliare

Come possiamo uscire indenni dalle feste di Natale?

Intendiamoci: il Natale è bello e il periodo di riposo dal lavoro è meritato, ma quanti di noi si sono davvero riposati? quanti di noi non avrebbero preferito fuggire piuttosto di incontrare i parenti che si vedono solo a Natale e Santo Stefano? quanti di noi hanno sviluppato la “tensione da parenti”?

Nella mia esperienza clinica ho ormai notato come il periodo delle feste natalizie sia un’esplosione delle dinamiche famigliari chiaramente nella direzione di una riedizione di un copione non certo virtuoso.

In altre parole, incontrare i famigliari dentro uno schema prefissato di relazioni produce delle tensioni e che sono spesso alla base dei problemi che ognuno di noi sente di avere.

Se anche tu fai parte di questo affezionato club ecco 5 consigli per uscire indenne da questo periodo e “digerire” le tossine che questi incontri famigliari possono aver creato:

  1. Natale arriva solo una volta all’anno
    Con questa affermazione intendo dire che comprendere che il Natale è una parentesi in cui certi “pruriti” si amplificano,  ci può aiutare a limitarli e a non ingigantirli ulteriormente. Se la consideriamo un calice amaro, o decidiamo di non berlo oppure sappiamo che sarà amaro e la accettiamo per quello che è.
  2. Decomprimiamo
    Abbiamo bisogno di uno spazio di decompressione prima di ritrovare la nostra quotidianità altrimenti possono cominciare pensieri quali: “l’anno prossimo invece farò diversamente”, “ora basta non voglio vedere più tua madre per almeno un mese”.
    Decomprimere vuol dire organizzare qualcosa che sia bello per noi o come individuo o come coppia.
    Non pensate a qualcosa di grandioso basta anche una cena, magari quella che la zia Muriel ha rovinato con la sua presenza oppure un breve week end in cui fare oggi qualcosa per noi non l’anno prossimo
  3. Cogliere il tornaconto finale
    Quando un copione si ripete e, per l’ennesima volta, vi trovate in quella situazione, o entrate in contatto con quel sentimento sgradevole che magari vi rimane appiccicato sullo sfondo del vostro umore, non vi resta altro che affondarlo.
    Spesso si dice: “se non puoi sconfiggerli, diventa loro amico”
    Guardare in faccia quella situazione o quel sentimento vuol dire cogliere il senso che ha e forse capire cosa io faccia per attirarlo a me.
    “anche questo natale mi sono sentito il ragazzino incapace che di fronte a mio fratello che ha un figlio e mia sorella che è affermata nel lavoro io faccio solo un lavoro medio ed i miei genitori dicono agli zii che sono sempre a casa la domenica sera eppure ho 45 anni”
    Ma io ho parlato del mio lavoro? ho raccontato della mia ultima vacanza? forse non con il valore e l’orgoglio che meritavano.
  4. Restituire al mittente i giudizi che sono indigesti
    Alcune cose si evitano, altre si digeriscono, altre però le si rimandano al mittente.
    Ora che si è fuori dal grande gruppo famigliare con le sue intensità emotive, con maggior tempo e precisione si può dire ai propri parenti cosa non si è graditi e aprire un confronto assertivo con loro.
  5. Iniziare un percorso di consulenza
    Molto spesso ricevo nuovi pazienti proprio nel mese di Gennaio in quanto ci si rende conto che alcuni aspetti vanno sistemati perchè non più tollerabili.
    Si; è ora il momento di iniziare un precorso di terapia spinti dalla chiara consapevolezza che se non cambiamo il nostro quadro di riferimento non cambia quello degli altri ed eliminare tutto il parentado può essere una misura estrema non percorribile.

 

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