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E’ possibile soffrire così tanto per la morte del mio cane?

Si!!! la risposta è unica ed inequivocabile, si.

La morte del proprio animale domestico sia esso cane o gatto è un evento devastante assolutamente paragonabile alla morte di un famigliare.

Spesso incontro persone che si vergognano del dolore che sentono in quanto socialmente non solo non è compreso ma viene minimizzato e svalutato.

lo shock per la perdita di un animale caro e il lutto che ne deriva costituiscono uno dei traumi emotivi più profondi che si possano sperimentare e non è proprio il caso di sentirsene imbarazzati.

E’ importante capire la natura di questo particolare dolore e della confusione che si prova la fine di saper vivere e gestire la sofferenza nel modo più efficace.

 

Chi era per noi il nostro cane o gatto?

Il legame uomo – animale domestico è molto complesso sul piano psicologico. L’amore che si crea è legato ad una particolarissima mutua interazione che è fuorviante paragonare ai legami che si cerano fra esseri umani.

Gli elementi fondamentali che caratterizzano questa storia d’Amore sono:

 

Mutuo accudimento

Io mi prendo cura del mio cane lo accarezzo e lo coccolo e lui reagisce con amore, ti ascolta e ti guarda in modo adorante, proprio come noi desideriamo

La quotidianità

L’essere umano è routinario e con l’animale domestico creiamo delle routine che strutturano il nostro tempo e il nostro spazio di vita. la passeggiata serale, le amicizie al parco, le vacanze, gli arredi comprati apposta per lui, ecc.

La mancanza di giudizio

Questo legame ci offre la possibilità di condividere ed esprimerci senza stare sulla difensiva, senza preoccuparci di sentirci giudicati o rifiutati. Loro ci sono sempre.

 

La funzione più importante svolta da un animale domestico è di natura psicologica emotiva. La presenza dell’animale è confortante e ricca di amore, sviluppa e rafforza l’Io, le basi e l’immagine che il proprietario ha di sé. In altre parole il nostro amico a quattro zampe ci aiuta a diventare una persona migliore.

Adesso si capisce come la morte del proprio animale domestico porti ad una reazione così intensa per cui potremmo avere la sensazione che con lui sia morta anche una parte segreta di noi, che nessuno può restituirci.

Come reagire al lutto?

Le modalità e le fasi con cui una persona reagisce al lutto sono particolarissime ed individuali. più comunemente le fasi sono le seguenti:

Shock: in questo momento non crediamo che ciò che sia capitato sia davvero successo chiudendoci in un silenzio assoluto o volendo solo dormire con l’idea che al nostro risveglio ci sia lui ad aspettarci come ogni mattina.

Rabbia: siamo arrabbiati con chiunque per cui è facile non sentirci capiti e rompere legami con parenti e amici. Il senso di frustrazione ed ingiustizia è massimo

Rimpianto: la natura di accudimento così forte ci spinge a pensare che avremmo potuto fare qualcosa per evitare tutto ciò, che avremmo potuto capire prima di cosa soffriva o che magicamente lo avremmo potuto proteggere. Spesso è il momento in cui siamo preda di sensi di colpa.

Tristezza: piangiamo e piangiamo senza freni dentro a ricordi, immagini e sensazioni. cominciamo a voler parlare di lui/lei per lasciarlo andare dolcemente, cambiando le immagini dei nostri profili social, mettendo via le sue cose o modificando abitudini e arredi di casa.

Chiusura: è il momento in cui si chiudono le ferite, in cui diciamo basta al dolore senza togliere importanza a chi abbiamo amato e sapendo che nessuno potrà sostituirlo e che la cicatrice rimarrà non a farci male ma a ricordarci quanto amore abbiamo provato.

La morte di un animale domestico così amato è un evento difficile da gestire e spesso è necessario uno spazio protetto per elaborarlo al fine che non rimanga un dolore aperto che si diffonda su altri legami o che non venga precipitosamente cancellato con l’acquisto di un nuovo animale.

I nostri amici animali anche quando muoiono ci porgono l’ultima sfida: “diventare persone migliori” innalzare la nostra qualità umana facendo si che tutto ciò che abbiamo imparato con loro diventi parte integrante del nostro io migliorato.

“Di un animale non siamo nè i padroni, nè li si possiede, con un animale si condivide la propria esistenza. anche dopo la loro morte. Loro saranno e sono sempre nei nostri cuori, sono la parte migliore di noi di cui adesso sono i custodi, i nostri angeli”

 (Paolo Di Marco)

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