Oggi ci occuperemo di una patologia mentale relativamente giovane, i soggetti Hikikomori. L’articolo ha lo scopo di chiarire la sindrome Hikikomori che cos’è e a chi rivolgersi. Hikikomori è un termine Giapponese che significa, letteralmente “tirare verso l’interno”.
Cos’è Play Mind? Play Mind è un centro di servizi psicologici e di benessere alla persona. A dirigere questo gruppo di specialisti è il Dott. Paolo Di Marco: laureato in Psicologia Clinica di Comunità, Master in Counseling e Coaching, Specializzazione in Psicoterapia Analitica Transazionale, Master in Gestalt Bodywork, psicoterapeuta EMDR Practitioner accreditato. Coordinati dal dottor Di Marco gli psicoterapeuti di Play Mind si pongono come obiettivo quello di “attivare la mente di chi soffre di un disagio psichico o di un malessere esistenziale”. L’obiettivo è quello di offrire alle persone uno stimolo capace di riattivare la propria vita e rimettersi in gioco con modalità nuove, fuori dal proprio copione abituale, per riattivare la propria vita.
Questa parola identifica una condizione in cui le persone colpite si ritirano dalla società, spesso non lasciano le loro case per giorni, mesi o addirittura anni. È stato identificato per la prima volta in Giappone alla fine degli anni 90, ma la ricerca attuale suggerisce che la condizione è molto più diffusa di quanto si pensasse in precedenza. In poche parole, la caratteristica principale di Hikikomori è il senso di isolamento fisico in casa, a prescindere da qualunque casa sia.
Nel mondo connesso di oggi può sembrare difficile disimpegnarsi. Un flusso infinito di e-mail, post, tweet, mi piace, commenti e immagini ci tiene costantemente collegati. Inizialmente si pensava che la condizione fosse unica per il Giappone, ma negli ultimi anni sono comparsi casi in tutto il mondo. Nella vicina Corea del Sud, un’analisi del 2005 stimava che vi fossero 33.000 adolescenti socialmente ritirati (0,3% della popolazione) e a Hong Kong un sondaggio del 2014 ha fissato la cifra all’1,9%. Oltre in Asia, si stanno verificando alcuni casi negli Stati Uniti, in Spagna, Italia, Francia e altrove.
Gli Hikikomori sono i reclusi che si ritirano da ogni contatto sociale e spesso non lasciano le loro case per anni di seguito. Un sondaggio governativo giapponese ha rilevato circa 541.000 persone (l’1,57% della popolazione) ma molti esperti ritengono che il totale sia in realtà molto più alto, in quanto, possono essere necessari anni prima che cerchino aiuto.
Non è chiaro se a causa di una maggiore consapevolezza o di un problema crescente, ma la preoccupazione per l’isolamento sociale è in aumento a livello globale. Lo scorso gennaio il Regno Unito ha nominato il suo primo ministro per la solitudine e, recenti dati dell’Ufficio di statistica nazionale, hanno rilevato che quasi il 10% dei giovani tra i 16 ei 24 anni ha dichiarato di sentirsi “sempre o spesso” solo.
Si anche in Italia, il fenomeno Hikikomori, purtroppo sta crescendo e di pari passo cresce l’attenzione a questo fenomeno. Se inizialmente si pensava fosse una sindrome culturale giapponese, in seguito, i numeri e i casi hanno dimostrato come questo sia un disagio sociale che colpisce tutte le nazioni economicamente sviluppate del pianeta. In Italia si stimano circa almeno 100.000 casi.
Capire cosa sia questo fenomeno è arduo ma cerchiamo anche di escludere alcune false credenze. L’Hikikomori non è dipendenza da internet. Sembrerebbe scontato pensare che una persona che si isola, sia necessariamente collegabile ad una sindrome da dipendenza da internet, ma non è così! In Giappone solo una minoranza di Hikikomori utilizza Internet, circa il 30%. Utilizzare internet per un Hikikomori in ogni caso è una conseguenza ma non la causa del suo isolamento. Chi ne fa uso lo adopera come uno strumento di svago ed evasione, ma non ne è dipendente.
Dobbiamo premettere che questa sindrome non è ancora stata catalogata come disordine mentale. La caratteristica principale dell’Hikikomori, come abbiamo detto è il ritiro o l’isolamento sociale. Questo, in sé e per sé, ha ovviamente un’ampia diagnosi differenziale: malattie psicotiche come la schizofrenia; disturbi d’ansia come disturbo da stress post-traumatico o disturbo d’ansia sociale; disturbo depressivo maggiore o altri disturbi dell’umore; e disturbi della personalità, come il disturbo schizoide di personalità o il disturbo evitante di personalità, sono tra le molte considerazioni. L’ironia del termine Hikikomori è che ha raggiunto una tale popolarità nell’uso e nel riconoscimento che ora potrebbe offuscare inconsapevolmente la diagnosi.
Per quello che si può sapere dagli studi e dalle esperienze fatte finora, questa sindrome ha di base la paura del soggetto verso la società e le pressioni che essa esercita. Purtroppo non è semplice diagnosticare in modo certo questa sindrome ma di sicuro le persone più indicate ad individuarla sono gli psicoterapeuti. Se avete il sentore che vostro figlio stia sviluppando la Hikikomori, la prima cosa da fare è parlarne con il medico curante per iniziare un percorso di cura. Non essendoci un numero di studi rilevanti, sia di trattamenti psicoterapeutici sia psicofarmacologici, non si può stabilire una strategia univoca per la cura. Al momento il percorso terapeutico viene definito caso per caso, analizzando nello specifico le diverse caratteristiche del paziente.
Se siete interessati ad approfondire il tema, Hikikomori che cos’è e a chi rivolgersi, potete contattarci direttamente! 338.2373206.