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Matrimonio a prima vista: realtà, finzione o possibilità?

Nel panorama dei nuovi reality è nato da ormai due edizioni l’esperimento sociale chiamato “Matrimonio a prima vista”. Tralasciando gli aspetti televisivi e di audience, risulta molto interessante chiedersi se e come un esperimento del genere possa avere delle ripercussioni  nello scenario delle relazioni affettive.

L’elemento innovativo e shoccante è quello per cui due persone prima si sposano e poi si conoscono (con la libertà da li ad un mese di annullare il matrimonio). In altre parole il vincolo arriva prima della relazione.

Chiaramente alla base di tutto ci sono dei professionisti che cercano di creare degli abbinamenti coerenti anche se viene scelto il paradigma della complementarietà e non quello della simmetria.

In altre parole non si abbinano persone fra di loro uguali con interessi e personalità simili ma leggermente diverse in modo da creare un conflitto positivo da cui può partire una evoluzione nella coppia e nella scelta individuale che viene fatta quando ci innamoriamo di un partner.

 

Quindi, perché questo esperimento è interessante?

La risposta è nelle domande e nelle questioni che porta a chiederci:

Come ci innamoriamo, siamo più complementari o simmetrici?
Può un vincolo aiutare la nascita e lo sviluppo di un amore in una società in cui c’è sempre la possibilità di cambiare idea anche alle prime avvisaglie di malumore?

 

Il processo di innamoramento è prettamente simmetrico e speculare in quanto nella persona amata noi proiettiamo una parte di noi, cioè tutte le nostre speranze e desideri: “lei è finalmente quella che ….”.

Quando ciò avviene ci sentiamo innamorati con quell’intensità che proviamo poche volte nella vita ma che ricordiamo con precisione.

Allo stesso modo ricordiamo anche quando queste “illusioni” sono state deluse e scopriamo che la persona amata è anche altro e quindi veniamo a conoscenza della parte complementare della relazione di coppia, quella fatta di diversità e conflitti.

In questo momento nasce la crisi che può portare al classico bivio:

– da un lato la rottura per cui ti cancello dai miei contatti e scappo a gambe levate modello Julia Roberts nel film “se scappi ti sposo”,

– dall’altro un sentimento di forte amore e un legame di grossa e profonda intimità.

Ma se, come nel caso dell’esperimento “matrimonio a prima vista” noi venissimo quasi subito a contatto con questa parte complementare e non potessimo scappare perché abbiamo firmato un contratto?

Diventa in questo caso interessante vedere cosa succede in quanto mi sento “costretto” da subito a “dover” lavorare sulla nostra dimensione di coppia. In questo caso scopro parti nuove di me, mi metto in discussione e con i mezzi a disposizione cerco di prendermi cura di quella dimensione strana e nuova che è la mia relazione di coppia.

Penso che questo esperimento ci abbia fatto vedere tutte le fatiche e le risorse che le persone hanno messo in campo per vivere la relazione in cui erano. Tutti i protagonisti in un modo o nell’altro partendo dalle loro caratteristiche individuali hanno provato a mettersi in gioco a prescindere dal risultato.

Il messaggio positivo che lascia questo esperimento è forse questo:

E’ inutile aspettare il principe azzurro, la persona che sarà perfetta per me, quello che rappresenta il collage delle virtù delle mie precedenti esperienze. Il principe azzurro forse è già passato e anche più di una volta, quello che non c’è stato e che posso imparare a mettere, sono le mie capacità di costruire un rapporto e trovare la felicità con lui.

Così possiamo realmente costruire una storia d’Amore fatta di fatica, intuizioni, eccitazioni, rinunce ed avventure.

 

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